L'opera intende tracciare il percorso delle prime grammatiche sanscrite stampate in Europa, composte dal frate carmelitano di origini austriaco-croate Paolino da San Bartolomeo, missionario in Malabar dal 1776 al 1789. Articolandosi su tre capitoli di orientamento storico, letterario, e linguistico-filologico rispettivamente, il presente lavoro lumeggia in particolare le fonti grammaticali indiane, testimoni del fermento culturale del contesto tamil, le quali dall'India del Sud si sono diffuse a Ceylon, in Tibet, e in Nepal. Inoltre, è ricostruito l'insegnamento tradizionale del sanscrito in India, e l'opera di mediazione e "traduzione" dei missionari. è infine delineata la storia degli studi sanscriti in Europa, promossi dall'Asiatic Society di Calcutta, e promulgati dai centri dell'orientalismo ottocentesco in Francia, Germania, e Inghilterra. Ne risulta un'idea del sanscrito come lingua "fluida" che, trascorrendo da un contesto vernacolare all'altro, può essere adattata a diversi ambiti politici, religiosi, letterari.