Con i Persiani, Eschilo ci trasporta in un'epoca in cui la gloria di un impero vacilla sotto il peso delle sue stesse ambizioni. In questo dramma l'eco delle battaglie perdute risuona fra le antiche mura di Susa, mentre i fanti persiani, un tempo prodi e temuti, piangono la sconfitta subita per mano di un'inferiore potenza. L'aura della sventura abbraccia la corte di Serse, proiettando un'ombra funesta su un'intera nazione, testimonianza della fragilità dell'orgoglio e delle vendette divine. Eschilo, attraverso il suo linguaggio elevato e solenne, svela le più intime inquietudini dell'animo umano: la vanità dei potenti, la inevitabilità del destino, e le lacrime del rimpianto. "Persiani" non è solo un canto di sconfitta, è una meditazione sulla condizione umana, un monito sull'arroganza e un invito a riflettere sulle conseguenze delle azioni.