"Il nostro Paese, guidato dal primo governo nazionalpopulista dell'Europa occidentale, egemonizzato culturalmente e politicamente dalla nuova destra, rischia un declino inarrestabile. Rischia di rimanere isolato nell'Unione Europea e diviso al suo interno, impaurito, incattivito e avvitato su sé stesso. Impediremo il declino se sapremo cambiare. Riconoscendo senza reticenze gli errori e affrontando le ragioni delle sconfitte. Il primo passo sarà tornare a incontrarci, in tanti, per trovare insieme le soluzioni e costruire un'idea di società giusta." L'Italia è entrata in una nuova fase molto pericolosa della sua storia repubblicana. Da quando la politica populista governa, tra promesse mancate e provvedimenti scellerati, miliardi di euro sono andati in fumo per l'innalzamento dello spread. La crescita si è fermata e va verso una flessione negativa. La disoccupazione giovanile è aumentata. Grandi città come Roma e Torino sono allo sbando. Fuggono gli investitori, ma anche gli studenti. Senza confessarlo, si sta facendo largo una inquietante rottura storica della collocazione internazionale dell'Italia, con inedite e pericolose alleanze nel mondo delle democrazie illiberali. In poche settimane, da Paese primo fondatore del sogno europeo l'Italia si è trasformata in una mina vagante, considerata irresponsabile e del tutto inaffidabile. Nicola Zingaretti, segretario del PD, in questi discorsi mostra che la posta in gioco è ora molto alta. È necessario fermare la deriva della politica italiana prima che sia troppo tardi. Stiamo attraversando una grande trasformazione e abbiamo bisogno di riscrivere le nostre mappe con una nuova idea di società, che sia giusta nei confronti delle persone, per garantire un futuro di libertà e uguaglianza all'Italia e all'Europa.