Un anziano professore di Scuole Superiori ha deciso, con amarezza, di lasciare anzitempo il lavoro di docente perché non ce la fa più a proseguire fino a quasi sessantotto anni per poter andare in pensione. Avrebbe voluto andarci prima, dopo tanti anni di entusiasmante ma, poi, sempre più difficile e logorante lavoro in una Scuola che, negli ultimi venti-trenta anni, è profondamente cambiata e, secondo lui, in peggio, tutta da rifare e da reinventare. Amareggiato, deluso e disgustato da un mondo in cui non si riconosce più e in cui si avverte inadeguato e fuori luogo, ha, dunque, deciso di dimettersi, "per disperazione", qualche anno prima che scatti il momento - che appare sempre più lontano - del pensionamento. Intanto, ciò che gli resta di più caro sono l'affetto di tanti alunni, vecchi e nuovi, e le sue memorie di carismatico e mitico prof e, così, rivolgendosi a un suo amico scrittore, gliele consegna affinché ne faccia un romanzo dal quale emerga la propria visione della Scuola: una Scuola creativa, che insegni veramente a pensare e ad essere cittadini sempre più consapevoli della complessità del mondo globalizzato in cui viviamo e, quindi, meglio preparati ad affrontarlo...