Una narrazione distopica nella forma dell'apologo disincantato, ironico e drammatico insieme. La storia di un prigioniero e di un mondo (il nostro?) dove la libertà è cancellata dall'omologazione, dall'indifferenza, dall'accettazione di un potere ridotto a teatro, se non a farsa. Un mondo tragicamente senza via d'uscita in un romanzo che è insieme filosofico, politico ed esistenziale.