Il volume prende in considerazione le testimonianze delle fonti letterarie latine, nelle quali sono narrati processi aventi ad oggetto l'attribuzione di un "praemium". Attraverso le attestazioni di Valerio Massimo, Livio, Cesare e Cicerone si può riscontrare che nella Roma repubblicana l'attività di ricompensare poteva svolgersi dinanzi ad un giudice, il quale verificava i presupposti normativi per l'ottenimento del "praemium".