Mentre centinaia di milioni di cattolici si rivolgevano al Papa come ad una suprema guida morale, i loro figli venivano molestati a migliaia da preti pedofili in tutto il mondo. Per evitare che lo scandalo si diffondesse presso l'opinione pubblica, di fatto il Vaticano ha protetto questi preti. Sottraendoli alla giustizia ordinaria degli Stati, li ha giudicati secondo il diritto canonico, in base a norme obsolete e prive di reali sanzioni, sotto il vincolo assoluto del segreto pontificio. Spesso semplicemente riassegnati ad altri incarichi, dopo un inutile periodo di terapia e penitenza, questi soggetti devianti sono stati messi nella condizione di reiterare il proprio reato. Una simile condotta può configurare in capo al Papa una responsabilità di tipo non solo morale ma anche giuridico? Può la Santa Sede godere di un'immunità che la pone al di sopra della legge? Senza disconoscere i molteplici meriti di tanti preti, Robertson affronta, da giurista e difensore dei diritti umani e civili, uno dei peggiori scandali degli ultimi anni e, attraverso di esso, quella consolidata condizione di potere e privilegio, che ha nel tempo snaturato la genuina missione apostolica della Chiesa cattolica.