Un giornalista timido e inconcludente, certo soltanto di non amare più la donna con cui vive; un pittore di fama mondiale, celebre anche per i suoi scandali privati; il direttore di una rivista letteraria, meschino e ipocrita ma dotato di una sorprendente capacità di seduzione; una giovane ereditiera vanesia, amorale e condannata all'eterna insoddisfazione: sono solo alcuni dei personaggi che nella Londra degli anni Venti intrecciano le proprie vite tra passione e infedeltà, violenza politica e noia esistenziale, volontà di dominio e paura della morte in questo superbo «romanzo di idee» di Aldous Huxley. «Il carattere di ciascun personaggio dovrà emergere, per quanto è possibile, dalle idee di cui è portavoce. Dato che le teorie sono la razionalizzazione di sentimenti, istinti e stati d'animo, si tratta di una cosa fattibile». La dichiarazione d'intenti, affidata al taccuino di uno dei personaggi, è esplicita quanto la tecnica di composizione, ispirata al contrappunto come in Beethoven: «La maestosità che si alterna con la leggerezza ... La commedia che di colpo accenna a prodigiose e tragiche solennità». Tecnica che Huxley padroneggia mirabilmente, combinando cinismo ed empatia, raziocinio e caricatura nella sua spietata dissezione di comportamenti e moventi psicologici. Il risultato è una satira paradossale che mantiene immutata la sua freschezza, così come immutati restano i conflitti, le paure e i desideri umani.