Perché ci si allontana dalla lettura e dall'acquisto dei giornali?
A causa dei social, dicono. I media, invece, hanno messo da parte la ragione sociale: dare notizie, scavare in profondità, analizzare senza pregiudizi i fenomeni e farli comprendere ai tanti, non ai pochi. Le lobby - a braccetto con la peggiore politica - hanno sferrato un attacco di tale disarmante potenza da far allontanare milioni di cittadini dall'informazione. L'accerchiamento ha influito sulla qualità della rappresentanza politica e della classe dirigente, sul sistema dei controlli di legalità, senza contare la fastidiosa magistratura e, da buon ultima, la stampa, passata da cane da guardia del potere a cagnolino di compagnia. Le edicole sono diventate cimiteri di carta. Non dobbiamo far passare in cavalleria le nostre responsabilità di giornalisti. Oggi siamo un esercito di professionisti intristiti e frustrati. Un collega - fuoriclasse delle cronache di mafie e malaffare - in tre aggettivi ha descritto il giornalismo del nostro Paese: marpione, innocuo, galleggiante. Rassegnarsi? Mai darla vinta ai fiancheggiatori dei nuovi padroni. Per quale motivo dovremmo dar loro la soddisfazione di vederci precipitare all'inferno?