Chi è l'uomo che, con riluttanza, entra in ospedale per sottoporsi a un banale intervento chirurgico? E perché ha tanta paura di essere riconosciuto? Sarà un uomo comune, come sembra a prima vista, o forse la sua natura è diversa, più oscura e inquietante, colma di una vergogna inconfessabile?
Di certo non bastano le visite della moglie e l'affetto della figlia a proteggerlo dall'ostilità e dal biasimo che, durante il ricovero, gli manifestano medici, infermieri e persino i pazienti.
Moglie e figlia non possono risparmiargli neppure la processione di visitatori che, certe notti in corsia, si accosta al suo capezzale. Sicuri di non temerne il giudizio, tutti gli affidano confessioni intime, risentimenti profondi, alibi di esistenze incomplete e infelici: le piccole e grandi illusioni che li aiutano a sopravvivere e a distaccarsi da complesse figure paterne.
Un romanzo bello e profondo dove il presente si intreccia ai ricordi in una sequenza di immagini e profumi, nostalgie e rimorsi.