Contrariamente a quanti ritengono che la nostra epoca stia assistendo alla fine dei grandi racconti e che a contare siano solo la scienza e i fatti, l'Autrice sostiene che i narratori di racconti e i poeti possono essere più vicini all'esperienza e ai sentimenti e possono ugualmente dare espressione a qualcosa di oggettivo; in tal senso i primi capitoli della Bibbia contengono alcuni dei più importanti racconti mai scritti. Nella prima parte il libro analizza i primi undici capitoli della Genesi e precisamente: i racconti della creazione del mondo, del paradiso e della caduta, di Caino e Abele, di Noè e del diluvio, della costruzione della Torre di Babele, e rilegge spesso in una luce completamente nuova tutto questo materiale, che ci è familiare. Nella seconda parte, dopo alcune riflessioni basilari, il lettore potrà gustare diversi generi di racconti della creazione, provenienti dall'Asia, dall'Australia, dall'America, dall'Africa e dall'Europa, in una sorta di quadri di una esposizione, che annovera il Rig Veda, L'Enuma Elish, vari miti e leggende, la Teogonia di Esiodo, l'Edda e il Kalévala. Nella terza parte, infine, si analizzano gli approcci scientifici dell'Inizio, mettendo in atto una comparazione fra creazione e evoluzione. Il libro si conclude con un Epilogo che propone due racconti sulla Terra, narrati dagli Amerindi contemporanei del Brasile e del Nordamerica. Pur ricco di profonde intuizioni e di notevole erudizione, il libro è scritto in modo accattivante e abbraccia una vasta gamma di materiale, che la biblista olandese padroneggia con estrema competenza. Un importante contributo alla letteratura del Primo Testamento e sulla cosmogonia.