Il libro intende esaminare il processo di progressiva statalizzazione dell'assistenza agli invalidi della Prima guerra mondiale. Più nello specifico, l'analisi si concentra sulla gestione delle pensioni di guerra a disabili e familiari dei caduti da parte degli ultimi governi democratici prima dell'avvento del fascismo, ponendo in evidenza i motivi strutturali e i vincoli finanziari che depotenziarono l'azione assistenziale dello stato liberale e consegnarono di fatto al primo governo Mussolini l'opportunità di definire una questione di grande valenza economica, simbolica e morale per la vita della nazione.