Si dice che quando un nuovo studente si imbatteva in Ba'al Shem Tov, il carismatico fondatore del movimento Chassidico, quest'ultimo lo interrogava chiedendogli: "Che cosa ricordi?". Questa domanda avrebbe, secondo Rabbi Yitzchak Ginsburgh, smosso dentro lo studente i livelli reconditi del suo inconscio, sfiorando problemi irrisolti e repressi nel corso della sua vita, nonché risvegliando memorie, profondamente radicate, di vite precedenti, fino a raggiungere persino le memorie originarie più antiche, stato celestiale dell'anima dello studente prima della sua discesa nel corpo fisico. Scrivere un libro sulla reincarnazione è come porre la domanda: "che cosa ricordi?". Perché profondamente immersi nell'anima esistono dei filamenti di memorie primordiali tanto inafferrabili quanto reali. Come vedremo, ogni persona è radicata nella realtà più originaria, dal corpo fisico che ospita l'anima, fino alla sua composizione intellettuale, emozionale, psicologica e spirituale.