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Nella notte di Capodanno del 1956, una madre e un figlio sono costretti a separarsi da un destino imposto dal regime comunista ungherese. Le persecuzioni della dittatura - sfociate in due detenzioni - e i conflitti mondiali alle spalle spingono l'ormai ex aristocratica Judit Csernovics a inseguire la libertà fino in America. Ma il rovescio della medaglia è l'inevitabile distacco da Budapest e da suo figlio Miklós, intellettuale deciso a non abbandonare la patria in un momento tanto difficile. Una scrittura capace di comporre con eleganza le tristi vicissitudini familiari e uno spaccato fedele della recente storia ungherese, e che evoca con delicatezza, rimpianto e immenso affetto la figura di una donna di alto rango ma dotata di uno spiccato senso pratico.
Un diario intenso, soffererto, critico dello speciale rapporto con una madre misteriosa, a tratti raffinata e irraggiungibile, a tratti ingenua e sprovveduta. Un modo originale di penetrare nell'intricato mondo dei sentimenti filiali e nella storia travagliata dell'Ungheria. Uno di quei casi in cui gli individui sono in balia della storia che cambia colore - dalla monarchia, alla repubblica, al nazifascismo, al comunismo - e tutto finisce col sembrare assurdo.
Guia Risari - 09/06/2016 11:12