Virginia Woolf è tra i maggiori scrittori sperimentali europei, le sue pagine hanno aperto strade inedite al romanzo del Novecento. Ma del Novecento la Woolf è stata anche una vittima, la sua immagine subissata di moderni luoghi comuni: donna emancipata e intellettuale, nevrotica e anoressica, bisessuale e suicida. Intanto lei portava sulla pagina la frammentata vitalità del soggetto contemporaneo: dalla prima opera, "La crociera", legata al romanzo di formazione dell'Ottocento, nel giro di pochi anni passerà alla struttura più ardita di "Gita al faro", in cui il fuoco della scrittura è fissato sulla creazione artistica. In una manciata di mesi arriverà "Orlando", "un capriccio" che rivelerà tutta la sua raffinata capacità di mescolare i generi e diventerà uno straordinario successo di pubblico. Sarà poi la volta di "Le onde", uno dei suoi ultimi romanzi: lo sforzo qui è titanico, la sperimentazione tocca il suo punto più estremo e maturo. Pochi anni dopo, nel 1941, Virginia Woolf sceglierà di abbandonare la letteratura e la vita. Introduzione di Roberto Bertinetti.
Adeline Virginia Woolf è nata a Londra il 25 gennaio 1882 da due genitori che sono l'uno l'opposto dell'altro: il padre Sir Leslie Stephen è un autore mentre la madre Julia Prinsep-Stephen una bellissima modella. A differenza dei fratelli maschi che hanno l'opportunità di frequentare la scuola e in seguito l'Università di Cambridge, per la giovane Virginia spetta solo – come alla sorella – l'istruzione in casa. Nonostante questo, a soli venti anni Virginia Stephen diventa una scrittrice molto apprezzata e stimata,