Scritto in soli tre giorni durante la guerra delle Malvine, "Scene da una battaglia sotterranea" (1983) ci mostra lo scenario della guerra da una prospettiva insolita e totalmente nuova. In un linguaggio colloquiale, tinto di un'amara ironia, Fogwill ci narra la vicenda della guerra dal punto di vista di chi, privo di ogni speranza, decide di non combattere per l'esercito nazionale ma di portare avanti la propria personale battaglia per la sopravvivenza. Si tratta degli «armadilli»: una colonia di rifugiati che vive sottoterra, in condotti scavati tra fango e pietre; soldati disillusi che sopravvivono barattando con il nemico generi di prima necessità: zucchero, cherosene, pile, razioni, sigarette. Una sorta di tribù, il cui legame fondante è però la mera necessità, una materialità nuova, estrema. È un doppio dramma, dunque, quello narrato da Fogwill: la guerra delle Falkland diventa il pretesto per mostrare il crudele paradosso che sottende ogni conflitto, ogni battaglia.