Può un approccio ludico-creativo e in parte divergente alla produzione scritta, che passi attraverso i linguaggi metasemantici, facilitare i processi di apprendimento della competenza di produzione in L1 e in L2, oltre che la consapevolezza metalinguistica? Può inoltre un approccio simile aprire ad assetti cognitivi, comportamentali e attitudinali plurilinguistici?
Nel lavoro vi è una sotto-domanda che fa da guida, di natura gnoseologica: nella progressione ideale dal vicino al lontano al fantastico, che caratterizza ogni percorso di apprendimento, compreso quello dei linguaggi, se anticipo il fantastico (nel nostro caso con l'approccio metasemantico a una lingua immaginaria), creo forse un'euristica per ciò che è lontano, ovvero la L2?
Sullo sfondo del presente lavoro di ricercazione in un laboratorio di scrittura creativa si è tenuto presente il Quadro di riferimento delle competenze per una cultura della democrazia, elaborato dal Consiglio d'Europa nel 2018, e la sua idea-madre: ogni sistema scolastico ed educativo europeo dovrebbe considerare tra le sue più importanti missioni la preparazione alla cittadinanza democratica dei propri studenti, anche e soprattutto quando si insegni la lingua veicolare per lo studio e per il lavoro.
In questa prospettiva la didattica della L2, così come l'apertura al plurilinguismo e all'intercultura, assume una speciale cogenza e attribuisce all'insegnante che se ne fa carico, una responsabilità non eludibile nella formazione dei cittadini europei del futuro.
Mai come oggi per vivere e sopravvivere nelle nostre società è occorso saper scrivere e mai come oggi è necessario non aver timore di questa forma di espressione e di produzione.