L'accostamento tra fotografia e poesia rappresenta un connubio ideale nella strategia della comunicazione: è sicuramente l'abbinamento più naturale e prolifico che si sia verificato sin dalle origini della nuova arte. Pensiamo solo a quante poesie sono state dedicate, sulla scia dell'emozione e dello stupore, al modo nuovo di dipingere con l'ausilio della sola luce del sole. Non a caso il lessico dei critici contempla come termine base il vocabolo poetica per indicare le modalità di restituzione della realtà attraverso lo sguardo del fotografo, il suo stile espressivo. Le poesie riportate nel libro si susseguono seguendo uno sviluppo storico ed in relazione alle funzioni che sono state attribuite nel tempo al mezzo fotografico: si inizia con i versi celebrativi che enfatizzano la novità del portento; si prosegue con i componimenti che pongono l'accento sull'analogia col meccanismo della macchina relativa alla registrazione e alla memoria (molto vicino alla grotta di Platone); si termina con la peculiare speculazione filosofica sul ritratto, sull'ambiguità e sull'essenza della fotografia.