Doveva unificare il Nord e il Sud del paese: l'Autostrada del Sole, chiamata così proprio per questo, fu costruita tra il 1956 e il 1964 da una società concessionaria dell'IRI e doveva completarsi fino all'estremo Sud. Invece si è fermata a Napoli e più a Sud è stata costruita un'autostrada "diversa" che consegna al futuro una mobilità meridionale irrimediabilmente "diversa": la Salerno-Reggio Calabria. Realizzata tra il 1964 e il 1974, impegnò ingegneri e progettisti di primo livello nonché accreditate imprese. I suoi 442,9 chilometri furono opera dell'Anas, un'azienda pubblica autonoma di grande prestigio. Per quale ragione dunque è oggi divenuta testimonianza e persino simbolo della lentezza, dell'inefficienza, dell'illegalità, dello sperpero, del Mezzogiorno peggiore? Come si sono evolute in vizi le virtù del "miracolo economico" di cui l'ammodernamento delle strade e il consumo di veicoli privati sono stati prime componenti? Quali conseguenze hanno prodotto fino a oggi le discussioni e le decisioni pubbliche relative alla sua realizzazione? Queste pagine ricostruiscono la storia dell'asse viario e delle vicende e idee che, ancor prima degli interessi politici che ne deviarono il percorso dall'iniziale disegno costiero all'impervio e costosissimo tracciato interno, gravarono sulla sua concezione: anzitutto un meridionalismo "quantitativo" etico più che strategico "di dovere" più che "di fiducia" verso il Sud e poco sensibile alle radicali e rapide trasformazioni che invece lo riguardavano.