Questo libro tratta della politica come arte del compromesso, ma anche come occasione di colpa e di profanazione delle anime altrui. In esso viene confutata la tesi della democrazia come pura procedura, in quanto troppo facilmente dimentica che essa è anche un'idea-limite e un ideale di giustizia e di eguaglianza sociale. Volere la democrazia non vuol dire contentarsene. La sovranità popolare si afferma premendo dal basso, richiede trasparenza e partecipazione, istituzioni efficienti, al servizio della società civile e non di se stesse.