I settant'anni della vita di Socrate passarono fra l'epoca più fortunata e gloriosa della repubblica ateniese, ed il periodo infausto della irreparabile decadenza. Nato dieci anni dopo la battaglia di Platea, nella prima sua età Temistocle moriva in esilio, e Cimone, reduce dall'esilio, raccoglieva gloria con le imprese della guerra e con le proficue arti della pace. Nella età virile di Socrate, Pericle fu a capo della Stato, moderatore e sovrano dell'opinione, con quella grandezza e nobiltà di propositi, che gli facea vedere nello splendore della patria la soddisfazione della propria ambizione, ch'era intesa ad armonizzare le cure dello Stato ed il godimento dell'arte. La guerra del Peloponneso, la spedizione di Sicilia, la caduta della libertà, l'oligarchia, i trenta, il ritorno del partito popolare, tutta questa svariata e rapida vicenda passò sotto gli occhi di Socrate, che, stando da mane a sera nell'agorà e in su le pubbliche vie, e frequentando la bottega dell'armiere e dello scultore, del pari che la casa della meretrice e degli ottimati, con le sue aride domande, col suo perpetuo e ; parea ignorasse le glorie e le sventure della patria.