Tra 1920 e 1924 nasceva e si sviluppava il disegno editoriale di una Storia d'Italia in collaborazione, dall'età medievale a quella contemporanea. Il progetto dell'opera ideato da Gioacchino Volpe, avrebbe dovuto associare intellettuali di diverso orientamento e di diversa estrazione culturale. Per l'ultima volta, la comunità degli storici si trovava riunita per la realizzazione di un programma comune. Dopo il delitto Matteotti e poi nella stagione fascista e nella prima Repubblica i tentativi di narrare la storia del nostro paese avrebbero, infatti, portato in sé il segno forte di una divisione, così dirompente da annichilire a volte ogni progetto storiografico che avesse tentato di ricostruire le basi storiche dell'identità nazionale. Su questa materia il libro dà direttamente la parola ai protagonisti di quelle vicende grazie all'analisi delle corrispondenze, in buona parte inedite, di Croce, Volpe, Gentile, Prezzolini, de Ruggiero, Omodeo, Salvemini, Gobetti, Casati, Murri. Accanto i politici, da Bissolati a Orlando, Mussolini, Togliatti, anch'essi alla ricerca di quelle radici nazionali, senza le quali sarebbe impossibile costruire il futuro di una comunità politica.