Giudicato dai letterati come il più imperfetto dei generi, il melodramma è stato per quasi tre secoli fantasmagorico mezzo d'intrattenimento, efficace strumento di propaganda ideologica e scuola di educazione sentimentale. Opera sincretica ad autorialità collettiva, fin dalle origini ha saputo assimilare nelle sue forme tutte le espressioni artistiche per esprimere il «meraviglioso» e stilizzare «affetti» attraverso il corpo-voce dell'attore-cantante. Se ne racconta qui la sua storia, dalla nascita convenzionalmente fissata il 6 ottobre 1600, giorno della messinscena fiorentina dell'Euridice di Peri, prima opera di cui si conservano le musiche, fino alla presunta morte, fatta coincidere con la première postuma della Turandot di Puccini alla Scala di Milano il 25 Aprile 1926, precedente di pochi mesi all'avvento del cinema sonoro sperimentato con Don Giovanni and Lucrezia Borgia al Warner Theatre di New York. In questo percorso diacronico lo sguardo sui fenomeni poetici ed estetici del melodramma si estenderà anche agli spettacoli parlati e cantati per rimarcare le tante intersezioni con la Storia e la Cultura dell'Occidente.