Il libro è un diario di viaggio, scritto da Pino Cornacchia (1955-2021) economista agrario, già dirigente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori) al ritorno da una "camminata" - così la definiva con l'usuale understatement - da Chieti a Roma, lungo il tracciato dell'antica Tiburtina-Valeria, da lui organizzata definendone le tappe e i relativi luoghi di sosta. Alla scelta di questo itinerario erano sottese diverse motivazioni: la possibilità di attraversare territori divenuti eccentrici rispetto agli odierni collegamenti tra l'Abruzzo e il Lazio (l'alta valle dell'Aterno, Forca Caruso, Colle Bove, per citarne alcuni); l'opportunità di passare in rassegna i diversi paesaggi agricoli delle aree poste lungo la Tiburtina e di esaminarne le emergenze archeologiche e artistiche; il desiderio di riproporre à rebours il percorso della colonizzazione romana e di emulare i pellegrini teatini recatisi a Roma per l'Anno santo del 1650.