È la più famosa e più popolare opera di Henry Williamson. Nel 1928 vinse il Hawthornden Prize. Dal 1927 è sicuramente il più letto e amato fra i libri di letteratura naturalistica. Le storie di animali non hanno nel nostro paese una solida tradizione. Spesso si tratta di libri scritti male, pesanti, dottrinali, e poco scientifici. Ma Williamson, come molti altri scrittori della tradizione anglosassone, sono tutt'altra cosa: sono bravi romanzieri, con buone conoscenze scientifiche, e hanno toccanti esperienze personali da raccontare. L'elemento più interessante del libro è che i lettori vedono il mondo attraverso gli occhi di Tarka, che cresce con le sorelle, diventa adulto, gioca, caccia ed è cacciato. Sentiamo la forza della sua coda che timona nell'acqua, il gusto della trota che scrocchia sotto i denti aguzzi, e il fiato dei segugi che ci fa appiattire insieme a lui (Tarka è un maschio) sul fondo della tana, che ci fa fuggire per laghetti, prati e ruscelli, anche noi inseguiti per più di otto ore consecutive dalla muta dei cani, e così ci fa crescere il fastidio per le urla del capocaccia, dello staffiere...