Dopo la pubblicazione di Diari (2015-2016), Eduardo Laporte pubblica la nuova puntata del progetto Diario a ninguna parte (Diario verso il nulla). In questo caso, coprendo gli anni dal 2017 al 2020, compone un insieme di pillole letterarie dall'aspetto talvolta aforistico, in parte legate ai social network, ma allo stesso tempo incapaci di esaurirsi in quel contenitore frenetico e aggressivo. Il diario emerge come un deposito di idee di maggior spessore, che superano il setaccio del virtuale e si guadagnano il privilegio della permanenza su carta. Un tentativo di catturare il tempo, quello individuale, intimo, ma anche quello degli altri, il tempo comune. Da qui il titolo, un gioco di parole con la bellezza dei giorni normali, senza feste, attingendo al gergo del calendario cristiano, ma anche un tempo che coincide con il mandato di un politico come Donald Trump. Il testo cerca di essere proprio un rifugio dal sovraccarico di informazioni. AttualitĂ e politica sono assenti, al di lĂ degli inevitabili accenni alla pandemia e ai suoi effetti nella sezione finale.