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14 milioni di morti. Questa la cifra che da lettori di Timothy Snyder ricorderete dopo aver avuto modo di indagare a fondo le nuove fonti e i moderni studi a sostegno della documentazione di cui lo storico di Yale si serve per reinterpretare in modo originale tutti gli episodi apparentemente noti della Seconda guerra mondiale, ma stavolta come separate sfaccettature di un fenomeno unico. L'Olocausto e le stragi della guerra sono di norma associati ai soli eventi accaduti nei campi di concentramento, ma in questo testo la volontà dello storico è quella di puntare la lente di ingrandimento su diversi protagonisti, vittime e luoghi del conflitto. Le terre di sangue non sono una semplice definizione metaforica ma stanno a identificare delle precise zone geografiche, quei territori dell'Europa centro-orientale, tra Ucraina, Bielorussia, Polonia e stati baltici, dove, tra il 1940 e il 1943, si sono intrecciate le politiche sanguinarie di Hitler e Stalin, oggetto di attacchi contro civili e prigionieri politici, i luoghi in cui i regimi più dittatoriali d'Europa si sono scagliati con la maggiore ferocia. Un saggio in cui la fedeltà della ricostruzione storica non implica la rinuncia all'elemento umano, restituendo con questa trattazione dignità alle vittime e alla loro soggettività, impedendo di pensare a queste persone come a soli numeri. Un'analisi storica che infrange ogni stereotipo e prova a insegnarci a fare ciò che ogni libro dovrebbe: guardare le cose in modo differente.
Terre di sangue. L'Europa nella morsa di Hitler e Stalin
Renzo Montagnoli - 27/10/2022 17:50
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Leggi una pagina, ne leggi unaltra e cominci a sentire una fitta dentro, come se tutto il tuo corpo si ribellasse, come se tutto il tuo essere non potesse sopportare quellorrore che lì è stampato, che è frutto del lavoro di uno storico americano, ma che non è invenzione, è solo drammaticamente vero.
Le terre di sangue sono esistite veramente, non con questo nome, perché si tratta di territori dellEuropa centro-orientale, fra cui lUcraina, la Bielorussia, la Polonia, gli stati baltici, dove fra il 1940 e il 1943 sono divampate le scellerate politiche sanguinarie di Hitler e di Stalin, sono le zone nelle quali questi due regimi dittatoriali hanno maggiormente sfogato la loro innata malvagità contro dissidenti, ma soprattutto contro inermi popolazioni. A questo bagno di sangue aveva dato inizio già negli anni 1932 1933 Stalin affamando i contadini ucraini che si opponevano alla forzata collettivizzazione dellagricoltura; in questo caso non dovette nemmeno spendere per le munizioni, perché fra gli abitanti dellUcraina, privi di ogni sostegno alimentare, ci fu un numero altissimo di vittime, non esattamente quantificabili, ma che studi condotti con raziocinio fanno ascendere allincirca a quattro milioni. In pratica morirono di inedia intere famiglie, uomini, donne e bambini, molti impazzirono e non furono rari i casi di cannibalismo. Con lHolodomor, così gli ucraini chiamarono questo genocidio, si aprì quella mattanza che fece scomparire in quelle zone ben più di dieci milioni di persone, come per esempio gli ufficiali polacchi assassinati dai Sovietici, i corpi dei quali furono ritrovati nelle fosse di Katyn. Da quel 1932 iniziò un flusso e riflusso di sangue che accompagnava le avanzate e le ritirate di tedeschi e russi. Lo studio di Snyder è stato condotto bene, non si può non apprezzare la sua meticolosità, la sua completezza che restituiscono un senso di angoscia nel leggere degli eventi, del numero delle vittime, della ferocia di belve assetate. Lautore è riuscito a dimostrare come i due regimi totalitari, quello nazista e quello sovietico, abbiano compiuto la stessa tipologia di reati, peraltro nello stesso periodo e negli stessi luoghi, comportando così un numero di vittime assai superiore a quello che sarebbe risultato se invece avessero proceduto singolarmente e in epoche diverse. Se lo scopo del libro è stato raggiunto, occorre tuttavia tener conto di alcuni elementi non proprio positivi, fra i quali, soprattutto, la grevità dellesposizione che rischia di travolgere il lettore e la mancanza di indispensabili approfondimenti per fatti di rilevante importanza, quali per esempio la firma del famoso patto Molotov-Ribentropp, oppure la decisione di Hitler di accelerare lo sterminio degli ebrei nel momento in cui capì che non avrebbe potuto vincere la guerra con LUnione Sovietica.
Nel complesso direi che Terre di sangue è un buon saggio e porta avanti una tesi innovativa foriera di possibili ulteriori approfondimenti; non posso però considerarla unopera fondamentale per i motivi che ho sopra esposto, restando comunque un contributo non trascurabile per conoscere i fatti di una determinata epoca.
Renzo Montagnoli - 27/10/2022 17:50