L'unica discussione sull'antisemitismo tedesco Thomas Mann l'ebbe con l'amico scrittore ebreo Jakob Wassermann, uno dei più amati narratori del mondo, negli anni '10 e '20 del '900 . Nell'autobiografia, del 1921, Jakob Wassermann scrisse che la condizione degli ebrei tedeschi era sull'orlo di un incendio. Thomas Mann lo rassicura che la Germania, in virtù della sua 'Kultur', non sarebbe mai diventata un paese antisemita. Egli sospettò l'amico di ipocondria poetica. La stessa realtà fu percepita dai due scrittori in modo opposto. Più tardi Thomas Mann ammetterà l'errore. I due scrittori attraversarono insieme un periodo fra i più orribili della storia europea. Il loro rapporto di cui qui si descrive la storia è una testimonianza non banale di quell'epoca. Arnaldo Benini è professore all'Università di Zurigo ed è stato primario di neurochirurgia della Klinik Wilhelm Schulthess di Zurigo. Ha scritto lavori sulla fisiologia del dolore di Cartesio, su Vesalio, sull'afasia nei poliglotti, sull'eutanasia e il testamento biologico, su Thomas Mann. Nel 2005 le Edizioni di Storia e Letteratura hanno pubblicato la sua traduzione dell'autobiografia di Jakob Wassermann, Il mio cammino di tedesco e di ebreo.