Dell'opera di Tolstoj (1828-1910) si conoscono i potenti affreschi romanzeschi e la riflessione teorica sulla non-violenza. Tuttavia i suoi testi cristiani, le sue analisi di economia politica e la sua osservanza di pratiche e valori contadini ne fanno anche un precursore della decrescita. A prescindere dai loro presupposti teologici, cui non si è tenuti necessariamente ad aderire, questi scritti contengono un insegnamento prezioso per chi vorrebbe lottare, anzitutto nei suoi comportamenti quotidiani, contro il delirio di una società fondata sull'idea di onnipotenza. Ma Renaud Garcia mostra anche che sulle questioni del denaro, del lavoro o del "progresso", il pensiero di Tolstoj, lungi dall'essere quello di un saggio isolato, contiene proposizioni politiche in grado di servire da base alla trasformazione delle nostre società.