1973-1982: dieci anni che segnano in maniera indelebile la storia recente del nostro Paese. Gli anni in cui Torino, più ancora delle altri grandi città italiane, diventa la protagonista assoluta della lotta armata fra il terrorismo di sinistra e lo Stato. Come ha scritto Diego Novelli, sindaco in quel decennio terribile, «i terroristi non a caso scelsero Torino come città particolare. Qui c'era la concentrazione della più grande forza industriale ed economica e la più grande forza organizzata del movimento dei lavoratori. Mettere in crisi una città come Torino significava mettere in crisi un sistema, lo Stato». E infatti la città, in quel decennio, paga un prezzo altissimo, in termini di conflittualità quotidiana, di paura collettiva e soprattutto di vittime della follia omicida dei brigatisti. Con stile rigoroso, e partendo a ritroso dall'assassinio di Carlo Casalegno, Gianni Oliva ricostruisce il clima dell'epoca e la cronaca quotidiana della città dal 1969 al 1982: dagli atti iniziali delle Brigate Rosse alla progressiva escalation della violenza, dalla nascita di altri gruppi terroristici come Prima Linea al ruolo delle amministrazioni locali, dalla riorganizzazione delle forze dell'ordine alla reazione dello Stato e di quella che oggi chiameremmo «società civile». Fino alla sconfitta del terrore. Luoghi, eventi, protagonisti, immagini e parole degli anni di piombo a Torino.