Tristan und Isolde non è solo il "monumento al meraviglioso sogno dell'amore" che Wagner volle erigere nel vento magico dei mitici paesaggi nordici: è apoteosi lirica, opera introspettiva e metafisica, un grandioso canto di amore e morte, il testamento spirituale del Romanticismo. Attraversa il pensiero orientale, la filosofia di Schopenhauer, la lirica mistica di Hafez e le visioni oniriche di Novalis, la storia medievale e l'antico poema di Gottfried von Straßburg, che Wagner riuscì a tingere di colori romantici sotto l'egida di Mathilde Wesendonk, musa, mecenate e amante spirituale, con la quale condivise le più intense affinità elettive. "Conoscere e comprendere quella musica - scriverà Thomas Mann - vuol dire ammirarla senza limiti". Con attenta indagine storico-biografica l'autrice ricostruisce la genesi del Tristan und Isolde, ne approfondisce gli aspetti musicali e letterari, ripercorre la trasformazione umana e artistica del compositore, dal rivoluzionario creatore dei personaggi di Der Ring des Nibelungen al maturo artista, filosofo della redenzione, che dalle ceneri di quegli stessi antichi eroi fece germinare Parsifal e la palingenesi di una rinnovata umanità.