Questo testo nasce nel periodo difficile della pandemia covid-19. Ci sprona a non interrompere i sogni e a realizzarli con la speranza, cioè con la virtù che nasce quando la notte diventa più buia. "Solo quando la notte è più intensa, si possono vedere le stelle", è scritto su una parete del monastero benedettino di Subiaco. E proprio nella profondità del buio, il Risorto si prende cura di noi, donandoci la stella della fede e della grazia, compagne necessarie per intravedere le prime luci dell'alba. Ecco che la parola "sogno" è alleata strettissima della parola "speranza". Non c'è sogno che non indichi e si concretizzi con la speranza, e non c'è speranza che non porta in sé il sogno. Potremmo dire che i cristiani del terzo millennio sono chiamati a "sognare sperando" e a "sperare sognando". E la profezia è il sogno e la speranza per guardare a un futuro migliore. Il nuovo testo di fra Emiliano Antenucci, fondato su questa certezza, è come un orologio a sveglia che ci invita a destarci dal sonno, come una bussola che ci rimette in cammino verso il futuro di Dio.