"Sognando, Montalbano è entrato in un sogno dipinto da Rousseau il Doganiere. Si è ritrovato, insieme alla fidanzata Livia, nel respiro di luce e nella convivenza innocente di un'edenica foresta. Gli intrusi riconoscono il luogo solo grazie a un cartello inciso a fuoco. Sono nudi. Ma portano addosso l'ipocrisia di foglie di fico posticce, fatte di plastica. L'armonia dell'eden, la sua mancanza di volgarità e violenza, è una finzione pittorica. Non appartiene a nessun luogo reale. E neppure ai sogni. Ciononostante, anche nella cieca e brutale realtà può sopravvivere la delicatezza del canto discreto e cortese di un uccello del paradiso saltato giù dai rami dipinti o sognati. Montalbano viene svegliato dal fischiettare di un garbato vagabondo che intona II cielo in una stanza, con "alberi infiniti", imponendosi sul fracasso di un temporale. La filologia congetturale del commissario deve applicarsi al fondo torbido e malsano di esistenze nascoste e incarognite dal malamore, dagli abusi e dalle sopraffazioni, dalla crudeltà e dalla sordidezza, dalle ritorsioni e dai ricatti, dalla gelosia e dal rancore: non meno che dall'interesse. Il ragioniere Cosimo Barletta, sciupafemmine compulsivo e strozzino, è stato trovato morto: ucciso con modalità che a prima vista appaiono inesplicabili, e addirittura insensate. Montalbano indaga sui segreti impenetrabili di una famiglia e sui misteri di una comunità. Sui rapporti di sangue e quelli di affinità." (Salvatore Silvano Nigro)
La nostra recensione
Questa volta Montalbano fa una gran fatica a impegnarsi a fondo per arrestare chi ha ucciso il ragionier Cosimo Barletta. Non perché sia venuto meno al suo dovere, ma perché i suoi principi fanno a pugni con il profilo ‘disumano’ che del morto emerge durante l’inchiesta. In ordine sparso le attività a cui si dedicava quel sessantenne cinico e arrogante risultano essere: speculazioni edilizie, investimenti illeciti, prestito a strozzo e ricatti sessuali nei confronti di ragazze irretite, che fotografava di nascosto servendosi poi di quegli scatti per ottenere quel che voleva. Basta e avanza perché Montalbano provi disprezzo per quel personaggio spregevole, fino al punto che tanto disgusto lo porta a tralasciare aspetti ai quali altrimenti avrebbe subito prestato attenzione. Non aiuta nemmeno il fatto che Barletta sia stato ucciso “due volte”, prima con il veleno poi con un colpo di pistola alla nuca, che praticamente mezza Vigata lo volesse morto e che, quindi, il baratro di perversione che gli si apre dinnanzi mentre si avvicina alla soluzione lo faccia vacillare più dell’accettabile. Sì, perché l’indagine alla ricerca dei “due assassini”, una trama che il commissario tesse con l’aiuto prezioso di Fazio e di un insolitamente attivo a acuto Augello, porta a una verità amara, sepolta sotto il torbido strato di fatti che dal passato si depositano lentamente, protetta da un’omertà malsana e da un malinteso senso dell’onore e dell’amore. Covo di vipere è un ‘Montalbano’ dall’impianto consolidato, in cui tutti i personaggi di contorno - da Catarella a Livia, da Tommaseo al questore, da Adelina a Enzo - tornano a occupare il loro spazio definito contribuendo a caratterizzare la scena, così come del resto si aspettano i tanti affezionati lettori di Andrea Camilleri, e con un Montalbano particolarmente sensibile e inquieto che, tra le pieghe più umoristiche e lievi del racconto, non rinuncia alla sua personalissima visione della giustizia che già in passato aveva spinto Livia a dirgli: “Tu vuoi essere Dio”. Antonio Strepparola
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925. Per tutta la sua vita, nonostante il suo grande attaccamento con la Sicilia, vivrà a Roma, dove muore il 17 luglio 2019.
Frequenta il liceo classico Empedocle di Agrigento senza conseguire la maturità poiché nel maggio del 1943 con lo sbarco in Sicilia delle forze alleate fu deciso di non svolgere gli esami e che sarebbe valso il solo scrutinio.
Il periodo della guerra è ricordato da Camilleri attraverso aneddoti che &
Letto quasi tutto di un fiato, ed essendo una appassionata di Camilleri e del suo personaggio Montalbano, mi è piaciuto scoprire mentre leggevo il "segreto" del libro molte pagine prima della fine. per una lettura accattivante come sempre per questo autore lo consiglio vivamente!
Un covo di vipere
flavio01 - 09/10/2013 22:02
4/
5
Anche se sono di parte in quanto non mi sono perso un solo libro con il commissario Montalbano, Fazio, Mimi Augello e l'inimitabile Catarella , consiglio senza dubbio questo libro agli amanti di Camilleri. Leggendolo vi ritroverete ancora una volta in quella terra stupenda e martoriata che è la Sicilia, che però non potrete fare a meno di ammirare in tutte le sue contraddizioni.
Un covo di vipere
titti_70 - 09/10/2013 10:27
1/
5
Da leggere tutto di un fiato, con quella tensione narrativa a cui Camilleri ci ha abituato. Coraggiosa la scelta del tema portante della vicenda, che conferma ancora una volta l'abilità dell'autore ad avvicinarsi a certe problematiche con una pacata leggerezza senza sminuirne la drammaticità.
Un covo di vipere
Franco Cataldo - 07/10/2013 21:23
5/
5
Camilleri non sbaglia un colpo.. L'ho letto in una domenica tutto d'un fiato... un intrigo familiare condito della simpatia di Catarella, del genio di Montalbano, del "Casanova" Mimì e del fido Fazio... Una bella donna che non poteva mancare e un finale, che sinceramente, non mi sarei mai aspettato!!!!
Un covo di vipere
serena tiralongo - 07/10/2013 21:16
5/
5
Forse rispetto ad altre recensioni vado controcorrente ma per me Camilleri è sempre Camilleri ed io lo adoro!
I romanzi di Montalbano ti immergono nella sua vigata, ormai il commissario è un amico, uno che conosci bene, i cui sai abitudini e intuisci i pensieri.
La scrittura di Camilleri, qui come negli altri, risulta sempre piacevole, ironica divertente e scorrevole nonostante il dialetto!
Un covo di vipere
Giuliano Galli - 10/08/2013 18:27
1/
5
Imperdibile per gli amanti di Camilleri e di Montalbano
Un covo di vipere
cristina rinaudo - 08/08/2013 21:58
3/
5
E' vero, la trama e' estremamente scontata, ma come sempre e' scritto veramente bene. E dopo gli ultimi 2 deludentissimi romanzi, finalmente si torna, almeno un po', a guardare in faccia Montalbano.
Un covo di vipere
enne - 24/06/2013 17:09
4/
5
devo dire che rispetto agli ultimi titoli usciti questo è molto più gradevole..in ogni caso non mi perderei mai un suo libro. Scrivere in dialetto in maniera così gradevole non è da tutti!
Un covo di vipere
elisabetta moneti - 20/06/2013 09:21
2/
5
secondo me è uno dei Montalbano peggiori: il finale è scontato, lo si capisce da quasi subito.
Un covo di vipere
giuseppe arca - 31/05/2013 13:45
5/
5
Ho cominciato a leggerlo ieri e non riesco a smettere. Un bella trama, nello stile inconfondibile a cui siamo abituati. Nonostante letà, Cammilleri è in ottima forma e ci ha azzeccato ancora. La storia promette!
Un covo di vipere
rspalluto - 23/05/2013 11:21
3/
5
Non può mancare nella libreria dei lettori di Montalbano!
GianMarco Valenti - 15/06/2014 18:06
marta lucia de mitri - 16/11/2013 09:35
flavio01 - 09/10/2013 22:02
titti_70 - 09/10/2013 10:27
Franco Cataldo - 07/10/2013 21:23
serena tiralongo - 07/10/2013 21:16
Giuliano Galli - 10/08/2013 18:27
cristina rinaudo - 08/08/2013 21:58
enne - 24/06/2013 17:09
elisabetta moneti - 20/06/2013 09:21
giuseppe arca - 31/05/2013 13:45
rspalluto - 23/05/2013 11:21