L'incontro fortuito con un vecchio conoscente di gioventù schiude a Natale Banco uno scenario inquietante sul mondo sanitario. Il giornalista catanese si trova a indagare su un traffico di stent cardiaci scaduti e sulla morte di quattro cardiopatici a cui erano stati impiantati. Parallelamente il trapianto di cuore alla moglie di un potente parlamentare maschera un omicidio e allunga ombre su "La Tribuna", dove Banco lavora e dove scopre che l'editore ha voluto la morte del barista del giornale perché il suo cuore fosse donato all'importante beneficiaria. Intanto l'amico di gioventù del giornalista viene trovato ucciso e le indagini portano a scoprire un fondo scellerato di nefandezze e di atrocità. Banco viene accusato di favoreggiamento, mentre la vicenda sulla quale indaga minaccia addirittura di travolgerlo, montando progressivamente in un vortice di sangue e di cinismo. In questo stato diffuso di illegalità, il giornalista deve fare i conti con una realtà nella quale la facilità del mercimonio degli organi umani agisce al contrario dell'inamovibilità che riguarda gli organi dirigenti della società, non certo espiantabili né trattabili, tuttavia intesi a perpetuare un dominio che non ammette deroghe e ripudia i precetti della coscienza.