Ventotto autori per ventotto vittime. Uomini e donne uccisi, anche se del tutto estranei a ogni connivenza con il sistema o altro tipo di malaffare. Morti che troppo spesso vengono impropriamente definiti "uno scambio di persona", come a voler giustificare l'errore umano, anche se compiuto per mano di delinquenti. In un libro le storie di molti di loro, tratteggiate da autori famosi, "affidando" a ognuno la memoria di una vittima. "L'unica cosa che le mafie proprio non tollerano è la memoria, perché mina il consenso sociale, demistifica la vulgata buonista e, al pari di una cicatrice, non consente di cancellare la ferita inferta. Se il dolore resta, come sempre accade per le morti che appaiono tanto più assurde quanto più sono immotivate, le iniziative che nascono dalla memoria sono semi di speranza per il futuro, soprattutto per le generazioni più giovani" (dall'introduzione di Raffaele Cantone). "L'immane, impressionante elenco dei caduti delle guerre di mafia, camorra, 'ndrangheta e non solo, senza confini di tempo, di spazio, di ruoli, di condizione economica e sociale. I protagonisti dei singoli racconti sono diversissimi tra loro: avvocati/politici, giornalisti, imprenditori, collaboratori di giustizia o persone comuni entrate in contatto con ambienti criminali per nascita o per contingenze, non certo per scelta. Vittime di ogni età in un arco temporale di oltre centoventi anni" (dalla prefazione di Maurizio de Giovanni).