Io l'ho veramente conosciuta la signora Rosa Spiccorlai, nella sua duplice qualità di bella donna e di moglie dei signor Carlo Spiccorlai, bottegaio in ritiro.
Come bella donna, bisogna dirlo, era agli sgoccioli; ma se la cronaca non mente, ella l'aveva fatta al tempo prima che il tempo la facesse a lei; il che significa, ragazze, che se la Rosa Spiccorlai non aveva letto il Nuovo Testamento (giacchè leggere non era il suo forte), conosceva pur tuttavia la storia di quella malvagia femmina alla quale i farisei gridavano: Lapidiamola, lapidiamola! e che Gesù, misericordiosamente benigno salvò con queste parole: Va, e non peccar più!
Ma la Rosa invece tornò a peccare, ecco la differenza.
Era una donnona grande e corpacciuta, con un portamento triviale e una andatura sguaiata. La sua fisonomia, molto regolare e conservata fresca in mezzo ai lardelli, presentava nell'espressione un complesso di malignità, di ignoranza, di istinti volgari, cui poco curavano i suoi ammiratori, paghi di vederle il naso piantato diritto sulla faccia e certi occhi da civetta rilucenti e tondi che parevano sentinelle pronte sempre a presentare le armi.