Una vita normale, quella del ragionier Mario Rossi, contabile in una ditta di imballaggi a Scandicci. Un'esistenza tranquilla, scandita dal tran tran quotidiano, una moglie, due figli, le domeniche in collina o al cinema se piove. Un tran tran che l'ha portato, quasi senza accorgersene, a sessantatré anni, alle soglie della pensione. Eppure, negli ultimi giorni, qualcosa sembra tormentarlo, un'insoddisfazione di fondo, un malumore che nemmeno lui sa spiegarsi, una specie di rabbia, di rivalsa contro il mondo. Ma poi, un venerdì sera qualsiasi, un evento tragico sembra aprire a Mario tutte le porte rimaste chiuse, tutte le meravigliose possibilità prima solo intuite e vagheggiate. E la sua mente si affolla di fantasie, mescolate a episodi dell'infanzia lontana, sempre più pericolosamente vicino a quel confine labile che separa il malessere dall'orrore. Dall'autore del commissario Bordelli, la storia "nera" di un uomo come tanti, desideroso di indipendenza ma condannato a non viverla.
Uno dei libri piu' brutti che io abbia letto negli ultimi anni. Un libro che ti dà una angoscia incredibile, ti lascia in attesa che avvenga il fattaccio e poi quando finalmente avviene è ancora peggio di quello che pensavi. Vichi è splendido quando scrive di Firenze, del commissario Bordelli ma secondo me deve lasciare perdere questo tipo di libri non sono quello che si aspettano i suoi lettori!
Un tipo tranquillo
Anonimo - 24/02/2011 11:00
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Mi è piaciuto molto nonostante sia di una tristezza indefinibile...mi ha lasciato senza parole!
Un tipo tranquillo
Anonimo - 07/07/2010 13:09
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Non mi è piaciuto proprio: monotono, ripetitivo, scontato. Dove è finito il Vichi de "Il Brigante" e "Nero di Luna"...? E quello del primo Bordelli che tanto riportava alla mente il fantastico Jean-Claude Izzo? Mah...
Un tipo tranquillo
Anonimo - 28/06/2010 14:21
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Il più bel libro in assoluto di Marco Vichi! Uno splendido noire psicologico che disegna in modo perfetto il disagio della terza età (fatevelo dire da un ultrasessantenne come me...). Un romanzo che ricorda molto da vicino il miglior Simenon, avendo comunque quel tocco di originalità che sempre contraddistingue Vichi. Secondo me, i suoi migliori scritti li troviamo comunque tra quelli dove il suo prediletto commissario Bordelli è assente, in quanto tale personaggio, secondo me, si ripete un po' troppo monotamente. Bravissimo Marco, non perderò più un tuo libro!
Anonimo - 25/07/2011 17:22
Anonimo - 24/02/2011 11:00
Anonimo - 07/07/2010 13:09
Anonimo - 28/06/2010 14:21