I delfini sono resi inseparabili dalle cicatrici identiche che si portano addosso, e anche noi fondiamo comunità e identità sulle nostre ferite. Come la ritina, estintasi appena ventisette anni dopo il primo avvistamento da parte delle navi colonialiste, innumerevoli esistenze umane non sono sopravvissute alla tratta atlantica degli schiavi, e generazioni di afrodiscendenti piangono il lutto delle vite perdute dei loro antenati. I cuccioli di foca non hanno idea di possedere polmoni portentosi finché la madre non li spinge in acqua costringendoli all'apnea, e anche noi a volte scopriamo in modo traumatico qual è la portata del nostro respiro. Anche noi, come le creature acquatiche, possiamo imparare a inannegare. Alexis Pauline Gumbs osserva i mammiferi marini e traduce per noi la loro saggezza, facendo emergere le lezioni preziose che possono insegnarci: pratiche queer, sovversive, compassionevoli, trasformative. Il risultato è un lungo, commovente inno alla bellezza e alla potenza di queste creature sommerse. Un'opera ibrida che confonde i generi mescolando lingua poetica e osservazione naturalistica, resoconto storico e visione utopica, spiritualità e pratiche del femminismo.