Ho tradotto altre cento poesie di Emily Dickinson, mosse istantanee di un pensiero che in pochi balzi, poche sillabe, trascina fuori da tutto.
Il tentativo di essere fedele alle sue parole è diventato ancora una volta una suprema lezione di poesia. Mi sembra di aver lavorato in uno stato di sovvertimento generale, a contatto con le forze telluriche che si liberano dai suoi versi, avendo rinunciato a qualsiasi criterio precostituito per adeguarmi di volta in volta alle misure sempre diverse, sempre eversive, della sua intonazione.
Non so altro. Credo che a qualunque lettore tocchi questo stesso compito.