Maurizio Milani, il genio più irregolare della comicità italiana, torna con una raccolta di storie complete (non sempre finite). E ancora una volta, in quel suo modo sghembo e forse inconsapevole, si rivela una delle poche voci in grado di descrivere con la giusta dose di poesia, cattiveria e paradossale lucidità la realtà dei nostri giorni malati di surrealtà acida. Così con Milani incontreremo una gentilissima Angela Merkel in sauna, viaggeremo a spese del Comune, mangeremo in mensa con gli astronauti, semineremo ortiche o ci iscriveremo a una scuola serale per diventare prete. Perché in tempi come questi abolire il polistirolo, truccare le Olimpiadi o vestirsi da falso nomade possono rivelarsi attività straordinariamente utili, così come le tre lezioni per farsi arrestare al seggio elettorale e i consigli per far colpo sulla barista del porto di Acapulco se da un anno ti tiene sulla corda e sembra che voglia baciarti ma poi sul più bello si tira indietro. Quella che avete fra le mani è una guida molto completa alla normale, cinica follia quotidiana. Perché nessuno è capace come Maurizio Milani di far ridere, commuovere e riflettere nella stessa singola frase, con una combinazione inimitabile di idee folgoranti e istantanee della nostra vita, di luoghi comuni e del loro rovesciamento, creando un mondo e una lingua letteraria come solo i grandi autori sanno fare. «Basta stronzate con pale eoliche offshore, porcilaie a km zero, il delfino che va tutelato insieme al gorilla di montagna eccetera. Il circo è finito! Se vinco le elezioni mi piacerebbe che in Italia tornasse il re. La Corte costituzionale è un po' perplessa sulla mia posizione. Capisco che i Savoia non sono più adeguati a regnare, per cui proporrò la famiglia Peviani di Melzo. Durante il confronto su Sky mi farò vedere starnutire spesso (50-70 volte). Darò l'impressione di uomo con salute cagionevole non adatto a rappresentare l'Italia. Invece è un pregio: sai che bello negli incontri ai vertici un capo di governo che starnutisce fisso? Anche nelle cancellerie diranno: "Ma cosa continua a starnutire il premier italiano?". Risposta dei nostri ambasciatori all'estero: "Era già così anche da piccolo".»