Viaggi di Russia (conosciuto anche con il titolo di Lettere di Russia) rappresenta uno dei migliori e più esaurienti studi sulla organizzazione politica, economica e militare dell'impero russo. Algarotti, impregnato di cultura illuminista, si reca nel Paese degli zar dopo che il regno di Pietro I il Grande ha trasformato la Russia da un Paese arretrato e fuori dal monto un una nazione moderna e in buona parte occidentalizzata. Simbolo di questa trasformazione è senz'altro San Pietroburgo, città voluta e fondata sulla Neva da Pietro, chiamando a raccolta numerosi architetti italiani (su tutti Domenico Trezzini). Algarotti in realtà non si spinge oltre San Pietroburgo, ma nonostante ciò o forse per questo riesce a regalarci un quadro d'insieme veramente esauriente e particolareggiato. Possiamo quindi concludere che, dal nostro punto di vista, Francesco Algarotti sta alla Russia come Matteo Ricci sta alla Cina.
Francesco Algarotti nasce a Venezia nel 1712. La sua fama tuttora è legata alle molteplici attività che svolse in vita: scrittore, saggista, diplomatico, collezionista di opere d'arte. A noi qui interessa soprattutto l'Algarotti che dall'età di ventitré anni comincia a viaggiare attraverso l'Europa, lasciandoci con i suoi scritti una fotografia della società della prima metà del Settecento. Dapprima lo troviamo a Parigi (dove entra in contatto con Voltaire), poi a Londra, quindi in Russia e infine in Prussia presso la corte di Federico il Grande. Muore a Pisa nel 1764 ed è sepolto nel Camposanto della Piazza dei Miracoli ove è stato eretto un monumento funebre a lui dedicato.