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Luciano Salce, autore particolarmente sensibile allo stretto rapporto esistente tra l'indole dei personaggi e la verve degli interpreti, si affida a Lino Banfi per "Vieni Avanti Cretino". Già artefice di un altro gioiello di osservazione del linguaggio, "Fantozzi", ossia l'occasione di un percorso comune e duraturo con Paolo Villaggio che non andò sprecata, Salce dirige Banfi con frizzante passione e il risultato ÿ una sorta di "cartone animato di carne" affine alle sperimentazioni a cui ci aveva abituato Nando Cicero nelle sue commedie scollacciate. Il linguaggio ÿ la novità più limpida di questa pellicola, sostenuto, oltre che da basi regionalistiche miscelate egregiamente, da una serie di caratteri fisici unici e di macchiette gagliarde. Franco Bracardi si rivela ottima spalla dell'attore pugliese, con un campionario di gesti ed espressioni capaci di suscitare risate incontrollabili (su tutte il dialogo a tre con la moglie gelosa toscana), così come Luciana Turina , qui in una delle suoi migliori prestazioni . Rispetto alle commedie erotiche interpretate da Banfi c'ÿ spazio anche per la classica trama degli equivoci (il siparietto del dentista con il mitico Gigi Reder) ma anche per simpatiche trovate pirotecniche (la scenetta dell'istituto cibernetico) e schiettamente dialettali (l'incontro al Colosseo con il prete del paese sottotitolato in arabo). Sicuramente avrà influito l'enorme preparazione di Salce fornita dalla precedente "sottomissione" al genio di Paolo Villaggio in caustiche pellicole come "Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno", "Prof. Kranz tedesco di Germania" (1977) e "Rag. Arturo de Fanti bancario precario" L'incontro finale tra il protagonista ed il regista ÿ il più chiaro tra i segni di intesa possibili, quasi una sottomissione alle regole d'autore e uno sberleffo ai comici-registi in voga in quel frangente della nostra storia. (Stefano Cocchi - Terminal Video Italia)