«Vita a fronte» riassume la condizione di Paul Celan che, nato in una enclave multilinguistica, sceglie l'esilio in terra francofona continuando a scrivere in tedesco. La sua vita quotidiana si svolge in francese, «a fronte» dei propri testi scritti in tedesco (lingua-madre e lingua degli aguzzini nazisti). Il suo sguardo di poeta non si distoglie da un «Gegenùber» (qualcosa «a fronte»), che egli stesso individua nella memoria (la patria orientale perduta, la madre morta nella deportazione nazista, il popolo ebraico sterminato). Vivere e scrivere tra due poli culturali, vivere e scrivere tra diverse lingue diventa per Celan un tradursi continuamente: la vita come testo a fronte della scrittura e viceversa.