Voi che mi avete uccisa parla di una congiura e di omicidi. Una storia che si perde nel passato si risveglia nel presente, dove una vittima diventa a sua volta carnefice. A dispetto di uno scenario da acquerello, questo è un luogo che gronda lacrime e sangue. Qui ha avuto origine tutta la catena del male patito e restituito a consuntivo di una vita, in una resa dei conti inesorabile. Ganhaire, medico e scrittore, scruta severo e insieme con spirito grottesco il marcio di una piccola realtà dominata da una classe medica corrotta, sin dentro agli organi cariati dei suoi cittadini. Riesuma fantasmi di vicende familiari dormienti nei piccoli cimiteri e nei bui archivi dei gabinetti di analisi. E fa riaffiorare il pianto e la rabbia dei vinti, dell'innocente la cui voce si leva spiegata contro le soperchierie che hanno compromesso la sua vita di donna. E a noi rivela: «Il peggio è che questa storia è vera e mi fu raccontata da una delle mie pazienti depresse in un raro momento d'abbandono: "non ne ho mai parlato ad anima viva..."».