Il 26 novembre 2010, in un paesino in provincia di Bergamo, una ragazza di 13 anni Yara Gambirasio scompare nel nulla dopo essersi recata in palestra. Nessuno vede niente, nessuno sente niente. Il corpo senza vita viene ritrovato solo tre mesi dopo, in un campo desolato di una zona industriale. L'Italia va nel panico, il caso esplode su tutte le prime pagine dei giornali. È l'inizio di un mistero che durerà per ben otto anni: il 12 ottobre 2018 la Corte di Cassazione condanna con sentenza definitiva l'uomo ritenuto colpevole del delitto. Ergastolo. Un uomo qualsiasi, un muratore incensurato dalla vita normale. Per tre gradi di giudizio, la prova granitica è solo una: una traccia di DNA ritrovata sugli indumenti intimi della tredicenne, ricondotta dopo numerosi test proprio al sospettato. I giudici non hanno dubbi, il caso è chiuso o forse no?
Dopo tanti anni, questo libro analizza e mette in fila tutte le domande senza risposta e i punti oscuri che aleggiano su questa tragica vicenda: nessun movente, nessun testimone, nessuna arma del delitto, nessuna confessione. In mezzo ad un'opinione pubblica nettamente divisa e ad una battaglia giudiziaria che pare infinita, l'atroce dilemma resta sempre lo stesso: in carcere c'è l'assassino o un innocente che è rimasto intrappolato in un meccanismo infernale? L'unica certezza, a giudizio dell'autore, è che questo caso è ben lontano dall'essere risolto "oltre ogni ragionevole dubbio".