Nel 1742 il matematico Christian Goldbach, tutore del figlio dello Zar, formulò una congettura secondo la quale ogni numero pari maggiore di due sarebbe la somma di due numeri primi. Ma nel corso della sua vita Goldbach non potè trovare una dimostrazione efficace della sua intuizione. Così, per oltre 250 anni, la sua congettura è rimasta tale. Fino a che zio Petros si è messo in testa che proprio lui sarebbe riuscito a dimostrare che Goldbach aveva ragione. Solo suo nipote, come lui appassionato di matematica, è incuriosito dalla figura di quello zio strano, solitario, silenzioso, sommerso dalle sue carte. E sarà proprio il nipote a condividere l'ossessione per la soluzione della congettura e a scoprire il mistero della vita dello zio.
Ho letto questo libro tutto di un fiato: e' stupendo e intrigante! La cosa che mi ha affascinato maggiomente e' la descrizione dello stato d'animo dei matematici all'opera. Io sono uno studente di dottorato in matematica e ho ritrovato in questo libro tutti gli umori e pensieri che si hanno mentre si fa ricerca! In nessun altro libro la descrizione di questi e' fatta cosi' bene! Inoltre finalmente mostra come chi fa matematica (o in generale scienza!) sia un uomo come tutti gli altri e non una specie di marziano! Sfatando quell'aura di mistero (molto vicina alla paranoia!) che ci mostrano i films (soprattutto americani!). Il personaggio di questo romanzo e' chiaramente un matematico un po' sui-generis: in primo luogo per le sue doti intellettive, ma anche per il suo isolarsi dalla comunita' scientifica. Quindi, concludendo, e' un libro che consiglio di leggere a chiunque, anche perche' la narrazione e' agile e veloce dunque lo si puo' leggere anche in treno o prima di addormentarsi.
Giusppe Maria Coclite - 18/11/2002 11:25