«Non esiste genio senza una vena di follia», sentenziava Seneca. E anche la musica rock ne sa qualcosa, potendo vantare una lunga lista di "folli" e follie passate alla storia, di cui si è sempre nutrita per creare opere immortali, performance eccezionali ed emozioni contrastanti - non senza gli eccessi che l'hanno resa così celebre e seguita. Da chi ha lasciato piccoli e grandi capolavori prima di una fine tragica o evitabile, a chi per tutta la carriera ha convissuto con i propri demoni più o meno nascosti, non di rado il processo creativo del rock è stato indotto ed esasperato da un uso spregiudicato di sostanze stupefacenti e alcol, oltre che da inquietudini, angosce e traumi irrisolti. Molti musicisti, per questo, hanno gettato la spugna perché perseguitati dalle proprie ossessioni; tanti altri invece hanno proseguito tra alti e bassi in precario equilibrio, continuando a regalarci preziosi segni della loro arte. Dal fondatore dei Pink Floyd, Syd Barrett, al genio dei Beach Boys, Brian Wilson, dalle sregolatezze di Amy Winehouse ai traumi di Sinéad O'Connor, dalle fobie di Mike Patton alle follie estreme di GG Allin, la lista è lunga e suggestiva, e nasconde la parte più intima e tormentata della musica rock. Quella che l'ha resa unica. Prefazione di Gianni Maroccolo.