Pubblicato nel 1929, il libro è una rivisitazione dai toni goliardici della celebre opera di Alessandro Manzoni trasposta nell'attualità degli anni Venti. Guido da Verona elimina dal romanzo di Manzoni tutti gli elementi manieristici e futili e li sostituisce con passaggi erotici e politici. La satira contro il fascismo, seppur non esplicita, fu percepita dai lettori del tempo. Lucia è una tipica bellezza di provincia, parla francese e, per farsi strada a ogni costo, non si rifiuta a nessuno, tranne che a Renzo. Quest'ultimo viaggia su una Fiat 525, mentre Don Rodrigo su una Chrysler. Don Abbondio va a letto con "la perpetua" e converte i vecchi Buoni del Tesoro in Prestito del Littorio. La monaca di Monza, infine, è decisamente lasciva e con spiccate tendenze lesbiche.