Alla sua nascita quella che sarebbe divenuta Greenpeace era solo un gruppetto di giovani idealisti che protestavano contro gli esperimenti nucleari americani in Alaska. L'epoca hippy era al suo apice, così come l'incubo atomico. In capo a dieci anni quel gruppetto avrebbe formato la più grande, radicata e influente associazione ambientalista del mondo, combattendo battaglie contro la caccia alle balene e le foche, dotandosi di navi e gommoni con cui contrastare le potenti flotte di baleniere di mezzo mondo, come ancora oggi vediamo in tv. Ma a metà degli anni Ottanta l'ideologia prese il sopravvento e le battaglie cambiarono natura. Questo libro è il racconto in prima persona di un ambientalista controcorrente e anticonformista che, dopo aver partecipato alla fondazione di Greenpeace nel 1971 ed esserne stato uno dei massimi promotori e dirigenti, ne è uscito quindici anni dopo per abbracciare una diversa visione dell'ambientalismo. Patrick Moore spiega le ragioni del suo dissenso e della sua fuoriuscita dalla famosa organizzazione pacifista. Ma soprattutto affronta tutte le grandi questioni che inquietano la coscienza contemporanea: dall'energia nucleare ai cambiamenti climatici, dagli organismi geneticamente modificati alla biodiversità...