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Il decennio tra il 1929 e l'inizio della seconda guerra mondiale vede convivere grandi amori con il montare dell'odio che si insinua nella società tedesca ed europea. Lo spartiacque è il 1933 che, tra roghi di libri e terribili piani di sterminio, pone davvero fine agli «anni ruggenti». In un formidabile mosaico corale sulle avventure artistiche e le passioni travolgenti di alcuni dei protagonisti del decennio che sconvolse il mondo, Florian Illies torna a intrecciare macro e microstoria, mettendo in scena vite eccellenti colte nei loro aspetti meno noti e gesti quotidiani. Mentre Picasso ritrae la sua giovane amante Marie-Thérèse Walter, Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir gustano cheesecake al Café Kranzler di Berlino, Bertolt Brecht e Helene Weigel scelgono l'esilio, come Katia e Thomas Mann, Henry Miller e Anaïs Nin vivono notti folli a Parigi e quelle trascorse a Capri da Walter Benjamin in compagnia di Asja Lacis, la militante bolscevica venuta dalla Lettonia, hanno un epilogo ben diverso da quello che lui avrebbe sperato. Fra retroscena e risvolti inesplorati, Illies fa risplendere le atmosfere patinate di un'epoca di fermento, in un viaggio nel passato che presenta non poche affinità con i nostri tempi incerti: «Nessuno crede più al futuro, in quel 1929. E nessuno ricorda volentieri il passato. Per questo si abbandonano tutti senza remore al presente».